Change Blindness & UX: quando un cambiamento non viene viene visto

27 apr 20
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L’incapacità di notare cambiamenti, anche evidenti, è uno dei tanti fenomeni di psicologia cognitiva in grado di influenzare la user experience (UX), noto con il nome di Change Blindness,  in italiano “Cecità al cambiamento”. Nei test di usabilità, capita spesso di osservare come gli utenti risultino “ciechi” di fronte a elementi visivi che per designer e sviluppatori sono molto evidenti.

L’illusione… di vedere

Com’è possibile non riuscire a notare una modifica che si verifica proprio sotto i nostri occhi?

La mancata rilevazione del cambiamento, non è dovuta a un’anomalia del sistema visivo, ma è la conseguenza del suo “normale” modo di operare. Potresti pensare che quello che percepiamo sia una riproduzione fedele di quello che ci circonda. La ricchezza dei dettagli delle immagini che riusciamo a cogliere dall’ambiente, ci porta a credere che quello che vediamo, sia una riproduzione accurata della realtà.

Ma è sempre così? Il famoso esperimento di C. Chabris e D. Simons (1999) sembra dimostrare il contrario. In questo studio è stato chiesto ai partecipanti di guardare un video in cui alcuni giocatori di pallacanestro si passavano una palla e di contare il numero dei passaggi fatti dai giocatori che indossavano una maglietta bianca.

Se non l’hai ancora fatto, prima di continuare a leggere, mettiti alla prova e guarda il video, dura poco più di un minuto.

Hai notato qualcosa?

Se ti sei concentrato sul gioco, c’è un’alta probabilità (50%) che tu non abbia notato nulla di strano: solo giocatori che si passavano la palla. Questo è un chiaro esempio di come non siamo sempre consapevoli di tutto ciò che viene registrato dai nostri occhi.

L’attenzione visiva e la percezione consapevole

L’incapacità di percepire un elemento visivo, per quanto evidente, come un gorilla che attraversa lo schermo, è legata al fatto che abbiamo una capacità attentiva limitata e che la quantità di informazioni a cui possiamo prestare attenzione è inferiore di quello che pensiamo.

Il semplice fatto che gli occhi siano diretti su un certo punto della scena non garantisce che tutte le informazioni presenti siano necessariamente anche “viste” o per meglio dire, entrino a far parte della nostra esperienza consapevole. La verità è che è possibile vedere solo quello a cui si presta attenzione, mentre il resto delle informazioni non riescono ad accedere alla consapevolezza.

Un chiaro esempio, viene da un passatempo che noi tutti conosciamo, un gioco presente in molte riviste e giornali, conosciuto spesso come “trova le differenze” in cui due disegni a prima vista molto simili, vengono presentati uno vicino all’altro. Le due immagini tuttavia, hanno dei particolari che li distinguono e che l’osservatore è invitato a cercare.

Un compito che richiede pazienza e… molta attenzione. Abbiamo tutti presente la sensazione di sconforto nel non riuscire a individuare facilmente le differenze. Quello che ci viene chiesto è di scansionare ogni dettaglio dell’immagine, elaborarlo e confrontarlo con quello dell’immagine vicina. Pensiamo di vedere chiaramente la scena nel suo insieme, ma non riusciamo a prestare attenzione a tutti gli elementi visivi contemporaneamente, con il risultato che spesso, non riusciamo a cogliere delle differenze che stanno proprio sotto i nostri occhi. Ecco che si verifica la change blindness: l’incapacità di cogliere un cambiamento nella scena, quando questo non è oggetto di attenzione.

Guarda l’immagine qui sotto, riesci a vedere la differenza?

Ci sei riuscito? Probabilmente sì.  Il tempo medio di riconoscimento, dovrebbe essere di 5 secondi (Li-Qian Ma et al., 2013).

E adesso?

Trovata la differenza? Il tempo di riconoscimento medio, in questo caso, è di di 44 secondi (Li-Qian Ma et al., 2013).

I 5 step per rilevare un cambiamento

Riuscire a cogliere correttamente un cambiamento coinvolge 5 distinti passaggi e l’assenza di uno di questi può portare alla change blindness (Jensen et al., 2011):

  1. Il focus dell’attenzione deve essere rivolto direttamente verso l’area visiva dove si verificherà la modifica;
  2. La memoria a breve termine deve aver codificato lo stimolo prima del cambiamento;
  3. Lo stesso stimolo deve essere codificato dopo il cambiamento;
  4. Le rappresentazioni dello stimolo pre-cambiamento e post-cambiamento devono essere confrontate;
  5. Le differenze devono essere elaborate a livello consapevole.

Di conseguenza, possiamo dire che per gli elementi visivi a cui viene prestata attenzione è possibile sia identificare che riconoscere il cambiamento. Quando invece a cambiare sono oggetti marginali a cui non si stava prestando attenzione, probabilmente saremo in grado di percepire il cambiamento, tuttavia, non saremo in grado di identificare che tipo di cambiamento si sia verificato.

In questo caso gli utenti si troveranno a scannerizzare la scena, cercando di capire quale modifica si sia verificata. Per farlo dovranno codificare i vari elementi in memoria per poi confrontare ciò che ricordano con quello che vedono in un secondo momento.

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La change blindness: quando il cambiamento non viene visto

Abbiamo definito la change blindness come l’incapacità di notare un cambiamento che ha luogo in una scena che si sta osservando.

Ma quali sono le condizioni che rendono difficile rilevare un cambiamento? 

Noteremo con difficoltà un cambiamento, o non lo noteremo affatto, se il segnale prodotto non sarà in grado di catturare automaticamente la nostra attenzione.

La maggior parte dei cambiamenti visivi, quando si verifica improvvisamente, genera una variazione del pattern di illuminazione (transiente visivo) a livello retinico, che a sua volta produce una risposta neurale nel sistema visivo che dirige l’attenzione sul luogo del cambiamento (orientamento esogeno o automatico). Tra le condizioni in grado di produrre un orientamento automatico dell’attenzione, ci sono i transienti visivi delle modificazioni della scena dovute alla scomparsa/comparsa improvvisa di un oggetto oppure al suo movimento, così come alla possibilità che tale oggetto cambi forma, colore o altre proprietà. 

Tuttavia, se l’attenzione non può essere attratta sul luogo in cui viene a crearsi il transiente visivo, il cambiamento verrà perso.

Due sono i fattori che aumentano la probabilità che questo accada:

  1. L’interruzione della percezione visiva che può verificarsi per esempio quando una pagina viene ricaricata, oppure quando sbattiamo le palpebre, o durante il movimento dei nostri occhi da un punto di fissazione ad un altro oppure quando il display cambia l’orientazione di visualizzazione da verticale a orizzontale o viceversa. 
  2. La presenza di altri elementi di disturbo che diminuiscono la probabilità di catturare l’attenzione. Per questo motivo ogni volta che decidiamo di inserire un nuovo elemento nell’interfaccia, corriamo il rischio che venga trascurato

L’importanza della change blindness per il design e la UX

Tutti questi fattori sono comuni nel mondo digitale: gli elementi visivi appaiono, scompaiono o cambiano costantemente. I messaggi di errore o le notifiche sono solo alcuni degli esempi più comuni. Supponiamo che l’utente stia lavorando al computer con lo sguardo rivolto verso il centro dello schermo, e il software decida di informare l’utente di un messaggio importante attraverso una notifica che compare in un angolo marginale dello schermo. 

Qual è la probabilità che l’utente visualizzi il messaggio? Molto bassa. 

Sapere perché gli utenti non sono in grado di rilevare alcune modifiche all’interno della scena visiva, permette di creare una strategia di progettazione efficace a prova di utente, in grado di migliorare la user experience.

Leggi anche: La Psicologia della Gestalt

Cosa fare per prevenire la change blindness

Le circostanze in cui la change blindness può verificarsi sono così comuni che tutti i designer e gli sviluppatori dovrebbero conoscere le tecniche per evitare il problema. 

Ecco alcuni consigli:

  • Posiziona i messaggi visivi vicino al focus dell’attenzione. Ad esempio, se vuoi comunicare al tuo utente un errore durante la compilazione di un form, potresti porre la notifica in un punto in cui sarai certo di avere la sua attenzione.
  • Rendi “pop-out” gli elementi nuovi o modificati, riducendo al minimo la possibilità di essere trascurati. Utilizza elementi come la forma, il colore e il  movimento per richiamare l’attenzione in modo automatico.
  • Apporta una modifica alla volta. Quando introduci un nuovo elemento, assicurati di ridurre al minimo qualsiasi distrazione che possa introdurre una sollecitazione visiva continua in grado di richiamare inutilmente l’attenzione del tuo utente. Se vuoi che un determinato elemento sia notato, fai in modo di apportare una modifica alla volta o che sia l’elemento più “forte” della scena.
  • Riduci al minimo le interruzioni visive. I continui aggiornamenti potrebbero causare un’interruzione visiva all’utente.
  • Privilegia il riconoscimento al richiamo. Riduci al minimo il carico di memoria dell’utente rendendo visibili azioni, elementi e opzioni. Pertanto, gli utenti non dovranno ricordare le informazioni passando da una schermata ad un’altra. Le istruzioni per l’uso del sistema devono essere visibili o recuperate facilmente.
  • Crea una gerarchia visiva chiara ed efficiente. L’elemento più importante deve essere anche quello più visibile. Elimina tutti i dettagli superflui o irrilevanti che possono catturare erroneamente l’attenzione del tuo utente.

Leggi anche: Chi è e cosa fa l’Ux Researcher?

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Bibliografia:

Simons D.J., & Chabris C.F., (1999). Gorillas in our midst: Sustained inattentional blindness for dynamic events. Perception, 28, 1059-1074.

Ma, L.Q., Xu, K., Wong, T.-t., Jiang, B.-y. and Hu, S.-m. (2013). Change Blindness Images. IEEE Transactions on Visualization and Computer Graphics 19(11), 1808–1819.

Jensen, M. S., Yao, R., Street, W. N., & Simons, D. J. (2011). Change blindness and inattentional blindness. WIREs Cognitive Science, 2, 529-546.

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